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di Diego Romeo
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Inverno del 1925. Dario Romagnoli, un giovane giornalista italiano, esule a Parigi a causa della dittatura fascista, decide di intervistare Komitas Vardapet, uno dei pochi sopravvissuti al Metz Yeghern, il grande genocidio degli armeni, per far conoscere al mondo, attraverso la sua storia, le vicende del suo popolo. L’impresa, però, si rivela ben più ardua di quanto il giovane e inesperto giornalista si aspetti. Dario dovrà affrontare la resistenza del suo capo redattore, più consono a piegarsi verso le richieste dei suoi finanziatori che mosso dal desiderio di far conoscere la verità a tutti e dare finalmente giustizia a un popolo martoriato. Ma, soprattutto, dovrà fare i conti con la follia dell’anziano prete armeno che, impazzito a seguito della deportazione, versa in condizioni disumane in uno dei più gradi ospedali psichiatrici della capitale francese. Una storia di martiri e deportazioni che troverà la sua conclusione solo parecchi anni dopo, in una Europa unita che non sa ancora bene come porsi nei confronti di quella che tutti chiamano “La questione armena”.

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di Giacomo Pinelli
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Il tempo sbagliato si svolge a Milano, in parte durante gli anni di piombo, in parte ai giorni nostri; prova a interpretare il dolore e la sensazione di abbandono provati dalle vittime di atti terroristici.
Una gambizzazione avvenuta nel centro della città origina un intreccio tra il figlio dell’uomo ferito e i parenti più prossimi degli aggressori, tutti costretti, loro malgrado, a sopportare un terribile peso esistenziale. Ecco Giuliana, professoressa di mezza età, Michela che ha vissuto un’infanzia difficile, Emanuele, quarantenne appena lasciato dalla moglie. Tutti, in modi diversi, legati coi componenti di una cellula terroristica improvvisata, che ferisce un giornalista nel centro della città. Il figlio, Francesco, bambino all’epoca, racconta in prima persona l’episodio e gli anni successivi, terribili, della lenta distruzione della sua famiglia e organizza un incontro con Giuliana, Michela ed Emanuele in un doloroso, ma inevitabile confronto, che metterà in luce il quarto uomo coinvolto nella vicenda.
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di Nazzareno Pietroni
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La crisi economica e morale della capitale travolge le imprese, le persone, gli affetti, seminando paura e lacerando i rapporti umani. Alessandro, imprenditore romano di seconda generazione, resiste come può, affrontando pressioni criminali e disagi personali. La sua azienda subisce colpi sempre più forti, che la spingono verso il fallimento. La sua famiglia vacilla, facendo emergere il lato peggiore dei suoi componenti. La città è scossa da tensioni sociali. Il passato riemerge e lo mette sotto assedio, in un contesto in cui l’odio e l’amore si confrontano con il lato oscuro della città. I protagonisti lottano per la sopravvivenza ma Roma non ha pietà e gioca sporco, accompagnandoli verso il loro destino.

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di Vincenzo Bisbiglia
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Provato da un piano di rientro lacrime e sangue e in piena crisi di liquidità, il Comune di Roma annuncia “un’operazione storica”: la vendita di più di 600 immobili di proprietà, negli anni affittati o dati in concessione ai privati, che dovrebbe portare nelle casse capitoline più di 300 milioni di euro. La pubblicazione della lista degli immobili, però, è oltremodo parziale. Cosi qualcuno si mette a indagare e scopre… lo scandalo: tra abitazioni con vista Fori Imperiali regalate al costo di un caffè, partiti politici mascherati da associazioni, sconti ai sodali di Mafia Capitale per le sedi delle cooperative finite sotto inchiesta, si alza il velo sugli inquilini “privilegiati” dell’Amministrazione, quasi tutti abusivi e morosi. In quest’ultima categoria rientra anche lo storico quartier generale del Pd in via dei Giubbonari, che deve al Comune più di 100mila euro di arretrati. Con due fallimentari piani di dismissioni alle spalle, e scomodi dossier del passato che ritornano dimostrando come negli anni sia stato svenduto il patrimonio pubblico, il Comune è finito sotto la lente della Procura della Corte dei Conti: il danno erariale è alle porte
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di Salvatore Spoto
Eppure aveva giurato che non si sarebbe mai messo sull’attenti davanti a una persona alla quale doveva rispetto. Continuava a ripetere: «Sono nato per comandare».

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di Silvia Layla Olivetti
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Durante lo scorso Ramadan ho conosciuto alcuni mujaheddin di una cellula italiana dell’IS.
L’autrice racconta l’ISIS attraverso un diario virtuale tenuto da uno dei mujaheddin, musulmano italiano. Egli ipotizza il futuro prossimo dello Stato Islamico nel mondo, passando in rassegna le peggiori paure degli occidentali e trasformandole – per amore di ipotesi – in realtà, mescolando verità e fantasia, ma soprattutto analizzando origini e ragioni di un fenomeno incombente, senza risparmiare critiche e condanne tanto all’Occidente quanto al mondo musulmano.
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di Leandro Del Gaudio
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La vera storia di un ex-killer del clan Mariano di nuovo a Napoli 25 anni dopo
Per il momento mi ricordo le cose belle. Chi sono? Diciamo pure che oggi, nel 2013, sono tornato a essere me stesso dopo anni di anonimato, dopo una fuga che non mi è ancora del tutto chiara.
Fabrizio ha impugnato armi, ha ucciso, è stato processato e condannato. Una volta in cella, ha preso parte a un corso di teatro sperimentale, ha amato una donna – la sua professoressa di italiano –, convinto di aver chiuso i conti con la camorra, fiducioso della possibilità di riabilitazione.
Voleva scontare la sua condanna a 25 anni, era già a metà della pena, pronto a una vita diversa, quando ha capito che i nemici di un tempo non gli avrebbero dato pace, ma lo avrebbero ammazzato lì, a Volterra, a pochi passi dal carcere, magari durante un permesso premio. È evaso, è fuggito in Francia, costretto alla latitanza, senza poter neppure dire addio alla famiglia o alla donna che lo amava, alla sua prof che lo sosteneva nella strada del riscatto.

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di Michele Caccamo e Luisella Pescatori
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Corano, fiabe e dolore nella storia vera di Ibrahim, un giovane egiziano scambiato per scafista e arrestato. La versione alternativa sul fenomeno immigrazione raccontata dallo stesso protagonista.
L’idea nasce dalla testimonianza diretta di un ragazzo egiziano che, scambiato per scafista, viene arrestato in Italia: ancora oggi in cella in un carcere italiano. Un testo illuminante, spirituale, con un finale inaspettato. Un sano riconoscimento alla dignità della cultura araba.
